L’invecchiamento attivo in Italia

In Italia, durante l’ultimo decennio, è stata registrata una drastica riduzione della natalità e un notevole allungamento della vita media delle persone, grazie ai passi da gigante mossi dalla medicina, ma anche per le migliorie in campo alimentare, ambientale e sociale. Questi fattori hanno favorito il progressivo invecchiamento della popolazione, con consistenti conseguenze sulla spesa pubblica sia in termini di protezione sociale, sia in termini di sistemi di welfare. In un contesto come questo sorge necessario comprendere a fondo il concetto di “Active Aging” o invecchiamento attivo, che contempla la buona salute durante la tarda età attraverso la promozione di uno stile di vita sano e attivo, il quale viene considerato a tutti gli effetti un efficace strumento di prevenzione nei confronti di numerose patologie; Una dieta equilibrata, il consumo limitato di tabacco e bevande alcoliche, lo svolgimento di attività fisica regolare e la coltivazione dei propri interessi personali, sia all’interno della propria vita privata che sociale, sono tra i principali fattori che incidono su tale processo.

Per far sì che questo stile di vita possa essere effettivamente adottato dalle persone, le istituzioni sociali e politiche hanno il dovere di sviluppare servizi e politiche che permettano alla singola persona di scegliere il percorso di invecchiamento attivo maggiormente in linea con le proprie motivazioni, preferenze e bisogni. Il concetto di invecchiamento attivo comporta inoltre il superamento di un cliché che vede il soggetto anziano come un cittadino bisognoso di costante assistenza e passivo. In realtà, è stato appurato che se messe in condizioni pronte a tutelare il loro benessere, le persone anziane possono fornire alla collettività numerosi contributi utili come volontariato e forza lavoro.

A gennaio 2021, al fine di valorizzare e dare notevole importanza alle persone che entrano nella terza età, è stato messo a punto e lanciato il progetto ChAALenge. Ma di cosa si tratta? Scopriamolo subito!

A cosa mira il progetto ChAALenge

Il progetto ChAALenge, in cui eResult è soggetto coordinatore, vede la partecipazione della maggior parte dei componenti di progetti del Cluster denominato “Tecnologie per gli Ambienti di Vita” (Smart Living Technologies), il quale ha beneficiato di un cofinanziamento del MIUR (Ministero dell’Istruzione). Tale progetto, iniziato il 1 gennaio 2021 con termine previsto per dicembre 2023, mira alla creazione di un ecosistema mirato all’agevolazione dell’invecchiamento attivo dell’individuo, il quale acquisirà le capacità di integrare e far comunicare fra loro le differenti tecnologie messe a disposizione dai ricercatori. La suddetta iniziativa progettuale ha quindi l’obiettivo di rendere concreto, attraverso l’Internet of Things (IoT), l’Ambient Assisted Living, ovvero l’assistenza a favore delle persone anziane sia all’interno degli ambienti domestici che outdoor. Contestualmente il sistema dovrà favorire lo studio di una patologia comune negli anziani, in modo da raccogliere dati che permettano la prevenzione di un eventuale aggravamento delle condizioni di salute in maniera proattiva e anticipatoria. Nel progetto verranno impiegate diverse tecnologie messe a disposizione dai vari partner.

A seguito del prolungamento dell’aspettativa di vita, bisogna infatti sottolineare che le persone di età compresa tra i 75 e gli 85 anni sono senza ombra di dubbio maggiormente in salute rispetto alle generazioni precedenti e devono pertanto essere integrate con la società. Nonostante questo fattore molto più che positivo, gli ultimi dieci anni di vita camminano di pari passo con frequenti casi di disabilità, anche gravi, che ricadono sul bilancio delle rispettive famiglie, della società e naturalmente del Sistema Sanitario Nazionale. Sorge dunque la necessità di essere in grado di individuare tempestivamente e precocemente tutti i soggetti che stanno per entrare nella condizione appena descritta, conosciuta anche con il termine di fragilità. Se essa non viene intercettata e trattata in modo consono, si manifesterà con un susseguirsi di episodi dalla connotazione negativa quali deterioramento cognitivo, perdita di indipendenza anche durante lo svolgimento delle azioni più semplici, incremento del rischio di ricoveri all’interno di strutture residenziali oppure ospedalieri e infine decesso.

Il protagonista incontrastato del progetto è quindi in mantenimento dell’autonomia del soggetto fragile, categorizzabile come:

  • la facoltà di interagire, controllare e prendere decisioni personali riguardo ogni ramodella vita quotidiana, mantenendo un comportamento sempre coerente con le proprie preferenze, credenze e regole;
  • la capacità di svolgere tutte le azioni inerenti alla vita quotidiana come pulire,cucinare, guidare l’automobile, recarsi al supermercato per fare la spesa, consultare una pagina web e molto altro ancora;
  • la percezione del proprio ruolo all’interno di un sistema di valori e di un determinatocontesto culturale, grazie ai quali è possibile tessere delle relazioni interpersonali soddisfacenti e frequentare ambienti capaci di contribuire al proprio benessere psico-fisico.

È assodato che l’essere umano, qualunque sia la sua età anagrafica, oltre ai bisogni primari quali mangiare, bere, dormire e vestirsi, deve interagire con i suoi simili, pena l’insorgere di ansia, depressione e pessimo umore. Molte persone anziane soffrono di tali sintomi solo perché non si trovano nelle condizioni ottimali, tra cui appunto la possibilità di uscire di casa da soli, per instaurare dei rapporti di amicizia e sociali piacevoli.

Al fine di portare a termine con successo e nel miglior modo possibile tale programma, saranno impiegate delle tecnologie di monitoraggio dello stato cognitivo e fisico per nulla invasive, le quali consentiranno il controllo della condizione psico-fisica dell’individuo anziano sia in casa che fuori, anche grazie all’utilizzo del 5G. In questo contesto, Omniacare, il software realizzato da eResult per le implementazioni in campo medicale, avrà il compito di raccogliere dati specifici sull’individuo, al fine di realizzare un vero e proprio Badge virtuale e definire un suo profilo ampio ed esteso. In seguito, il soggetto monitorato riceverà l’assistenza di cui ha bisogno da parte di un professionista qualificato, come un medico o un infermiere, parlando comodamente dal suo domicilio attraverso il computer oppure tramite smartphone. Attraverso l’uso di elementi di smart living, domotica, tecnologie di elaborazione immagini derivanti da uno o più sistemi di visione artificiali e sensoristica ambientale, sarà inoltre possibile seguire terapie di riabilitazione e programmi specifici di medicina dell’invecchiamento. I dati necessari verranno estrapolati in modo chiaro e trasparente per l’utente dai sistemi smart e grazie alle notifiche inviate dal badge installato su un dispositivo mobile, il paziente riceverà dei consigli in tempo reale circa le precauzioni da prendere per preservare al meglio la sua buona salute. Per esempio, se si trova in un centro commerciale oppure in un luogo particolarmente affollato, la persona affetta da problematiche respiratorie riceverà notizie sulla pessima qualità dell’aria. Qualora fosse invece a bordo di un autobus, il modello la informerà sul rischio tangibile di scuotimenti e vibrazioni che potrebbero originare in caduta.

I  Benefici diretti e indiretti del progetto ChAALenge

Parlando dei benefici, il progetto non può che apportarne una lunga serie, tra cui: – l’incremento dell’impiego delle tecnologie digitali nell’ambito dei servizi socio-sanitari e la conseguente creazione di nuove occasioni di lavoro e business per i professionisti dislocati in tutto il territorio nazionale. Inoltre, con la diffusione a macchia d’olio dello smart working, si andrebbero a favorire anche quelle regioni italiane maggiormente colpite dalla disoccupazione.

  • l’aumento di efficienza ed efficacia degli interventi effettuati a domicilio, in termini dinumero di pazienti accuratamente e propriamente assistiti. Inoltre i pazienti, non essendo obbligati a spostarsi da e verso la struttura sanitaria, sarebbero meno esposti a rischio stress, infortuni e dispendi monetari.
  • una notevole riduzione della gravità e del numero di tutte quelle situazioni che richiedono interventi di supporto specifici in ambito ospedaliero. Grazie alla diminuzione delle suddette, il personale sanitario potrebbe pertanto dedicare maggiore tempo ed energie a coloro che hanno bisogno di assistenza solo all’interno della struttura, come le vittime di malori gravi, incidenti stradali/lavorativi e tutti i codici rossi che giungono in pronto soccorso;
  • la riduzione dei costi della sanità associati agli accessi ambulatoriali e ospedalieri, grazie alla diminuzione di occupazione dei posti letto e il conseguente risparmio di acqua, energia elettrica, cibo, farmaci e attrezzature sanitarie come guanti, siringhe e mascherine;
  • un minor ricorso alle strutture protette. Basti pensare alle RSA e alle case di riposo, il cui costo di permanenza, essendo spesso molto elevato, ha il potere di mettere a repentaglio le condizioni finanziarie non solo del diretto interessato, ma anche dei suoi familiari;
  • la persona anziana avrebbe la possibilità di godersi gli affetti familiari ogni giorno, senza vivere con la paura di staccarsi dalla sua routine quotidiana. Quando si può restare a vivere all’interno delle proprie mura domestiche, la privacy e l’utilizzo dei propri oggetti e il rispetto dei propri spazi sono garantiti;
  • tempestiva prevenzione di rischi per i pazienti anziani e delle patologie future, con vantaggiose ricadute sulle spese di tipo sanitario/assistenziale.
  • La diminuzione dei volumi cartacei devoti alla raccolta di dati e informazioni dei pazienti, a favore di una maggiore tutela della privacy da un lato e ad una possibile ridistribuzione degli spazi occupati dagli archivi dall’altro.

Conclusioni

Per sintetizzare, il progetto ChAALenge ha lo scopo di supportare su tutti i fronti (umano e tecnologico) gli elementi chiave dell’invecchiamento attivo, in una situazione nazionale piuttosto critica. Nel contesto europeo infatti, l’Italia presenta la più alta percentuale di persone di età pari o superiore ai 65 anni (23,2% nel 2020) e le politiche pronte a promuovere l’active aging sono pressoché inesistenti. É chiaro infatti che lo scenario socio-economico attuale, per natura, si scontra con quanto sostenuto in termini di invecchiamento attivo, in quanto il graduale avvicinamento al pensionamento dei lavoratori, che punta a diminuire man mano orari e carichi di lavoro, toglie contestualmente loro l’opportunità di restare attivi; Allo stesso tempo il protrarsi della vita lavorativa, che incoraggia la persona anziana a evitare l’interruzione del rapporto di lavoro anche quando potrebbe andare in pensione, poiché, grazie alla sua esperienza pluriennale nel ruolo, rappresenta un’ottima risorsa per l’azienda, toglie la possibilità di dedicarsi ad altre attività in grado di procurare benessere, come lo sport, i viaggi, le gite fuori porta, il volontariato oppure trascorrere più tempo insieme ai propri cari. Bisogna quindi intervenire radicalmente su tale situazione affinché i soggetti della terza età possano effettivamente trovare un equilibrio e vivere più serenamente all’interno della società.